Spesso ho scritto che la
dieta non basta per modificare le abitudini alimentari e per avere
un rapporto sereno con il cibo e con il proprio corpo!
Perchè?
Perchè il comportamento
alimentare, cosi come tutti i comportamenti è condizionato
da tanti fattori: emotivi, sociali ed educativi. Ciò significa che,
quando mangiamo lo facciamo per molte ragioni.
Diventare più
consapevoli sulle proprie abitudini alimentari ci aiuta a scegliere
meglio cosa, quanto, quando e dove mangiare.
In questo breve articolo
faremo un po' di chiarezza sui vari tipi di fame. Ne esistono almeno
5! Saperle riconoscere significa esserne consapevoli. Diventiamo
maggiormente consapevoli di come funziona il nostro corpo e ciò ci
permette di riequilibrare il nostro rapporto con il cibo.
- Fame dei sensi: occhi, naso, orecchie, tatto e bocca ci guidano nella scelta degli alimenti. Attraverso i sensi siamo in grado di fare una stima circa l'apporto nutritivo ed energetico del cibo. Attraverso i sensi esploriamo il cibo e ci facciamo un'idea di quanto ne abbiamo bisogno, ancora prima di mangiarlo. Questa abilità però si perde con i vari condizionamenti e gli altri significati legati al cibo e, attraverso i sensi vediamo o sentiamo quanto un cibo è appetibile, dolce e subito appagante. Ci facciamo tentare.
- Fame dello stomanco: il cosidetto buco nello stomaco, che ci avvisa che è completamente vuoto. Però dobbiamo fare attenzione in quanto questa sensazione di vuoto può essere legata a stati ansiosi o di tensione emotiva. In queste situazioni mangiamo per attutire questa sensazione sgradevole legata a delle emozioni negative.
- Fame cellulare: è quella fisiologica, la fame vera che nasce dalla necessità di ogni singola cellula di avere energia per funzionare correttamente. Quando l'energia manca si innescano una serie di reazioni chimiche che “attivano” il segnale di fame nel cervello.
- Fame della mente: quella condizionata dalle mode alimentari o dalle diete del momento. L'esterno ci spinge a mangiare in un certo modo e ci imponiamo delle regole rigide che influenzano negativamente in nostro rapporto con il cibo. Ci diciamo che quel cibo non si mangia e inceve diventa un'ossessione, irrestistibile.
- Fame del cuore: la cosidetta fame emotiva o nervosa. Tendiamo a mangiare determinati cibi per coccolarci, calmarci e placare emozioni negative come l'ansia, la tristezza, la rabbia, le quali producono delle sensazioni fisiche intense, come per esempio il fastidio allo stomaco.
Allora, come diventare
un “mangiatore consapevole”?
- Essere in grado di riconoscere i vari tipi di fare è un primo passo per scegliere ciò che ci serve per soddisfarle. E non sempre il cibo è la cosa giusta;
- Non etichettare il cibo ma porre attenzione su altri aspetti: segnali corporei di fame e sazietà, presenza di emozioni o di pensieri disturbanti;
- Imparare a gestire le emozioni negative che spesso ci spingono a mangiare di più e in modo automatico.
- Individuare il proprio “trigger” : lo stimolo che, in una determinata situazione, ci fa perdere il controllo sul cibo.
Se vuoi diventare un
mangiatore consapevole e smetterla di passare da una dieta all'altra
senza risultati, prenota un primo colloquio psicologico conoscitivo a
Olbia.
Dott.ssa Simona Serreri
Psicologa
3451425602