Quante volte
ho fatto presente che fare la dieta non è affatto semplice, anzi!
Ci
predispone ad un meccanismo psicologico molto subdolo: restrizione-
disinibizione.
Più
controllo l'alimentazione, magari attenendomi ad un piano alimentare
che mi illude di avere la libertà di scegliere,
più aumento la probabilità di perdere il controllo!
La dieta
inoltre è spesso poco sostenibile in termini di tempo ed energie da
dedicarle e considerano solo in parte il discorso del PIACERE.
Il piacere
può subire variazione nel corso del tempo e non può essere
confinato ad uno o due sgarri alla settimana (pizza o gelato, per
esempio) !
Sfide
difficili per coloro che iniziano e abbandonano di frequente diete e
programmi alimentari.
MA PERCHE'?
Questi
ripetuti fallimenti, spesso, portano le persona a ribellarsi
totalmente nei confronti della dieta e delle abitudini legate
all'attività fisica!
Ci si lascia
andare totalmente ai piaceri del cibo!
Da un punto
di vista psicologico, in queste situazioni, le persone reagiscono
alla frustrazione dell'insuccesso con la compensazione del piacere.
Si ribellano al loro sentirsi inadeguati e si lasciano andare senza
freni inibitori, mangiando in maniera inconsapevole.
Frequentemente
si tratta di persone giovani e adolescenti, che non provano nemmeno ad
iniziare la dieta in quanto li farebbe sentire incapaci o svogliati.
E ALLORA CHE FARE?
I colloqui
psicologici che hanno per oggetto le abitudini alimentari possono
aiutare la persona a:
- concedersi il cibo senza perdere il controllo
- curare il contesto in cui si mangia, aumentando la dimensione del piacere
- stare in contatto con le proprie emozioni accettandole invece che reagire con il cibo
"La piacevolezza di un'esperienza è il miglior antidoto
alla frustrazione "