Il diabete, come tante altre malattie autoimmuni rappresentano una spaccatura  nella vita delle persone. Una spaccatura che divide un prima e un dopo l'insorgere della malattia. 
Quella spaccatura è dolorosa, difficile da rimarginare, difficile da metabolizzare e accettare. 
E' già complicato dare un senso alla vita, figuriamoci quando ci si mette una malattia cronica.  "Cosa ho fatto di male", "perchè proprio a me", sono alcune delle domande che, chi soffre di una patologia cronica si fa, e, a fasi alterne potrebbe continuare a porsi. 
L'accettazione di  una malattia cronica, che comporta lo stravolgimento di abitudini e vissuti emotivi, è un percorso con caratteristiche differenti da persona a persona. 
Si, una PERSONA, non un malato. Accettare una malattia cronica è vedersi e viversi come una persona nella sua individualità e peculiarità, tra le quali, la malattia. 
Forse non la sia accetta mai pienamente, forse  la si assorbe o  la si fa diventare carburante per la propria crescita personale. 
Il lavoro psicologico nei casi di diagnosi di una malattia cronica può essere davvero determinante per una maggiore adesione ai trattamenti medici e non solo. 
La cronicità comporta stress e sofferenza emotiva che, se non accolti e gestiti, possono avere conseguenze negative sul decorso medico e sulla qualità della vita.
Un percorso psicologico in queste situazioni potrebbe essere utile per: 
- Gestire meglio lo stress derivante dalla malattia (ma non solo): in questo caso possono essere utilizzare delle tecniche di rilassamento basate sulla respirazione per allentare le tensioni; oppure tecniche immaginative dove, attraverso la fantasia, il paziente viene guidato a scoprire nuovi modi di vedersi;
 - Migliorare l'adattamento alla nuova condizione: elaborando, insieme al paziente soluzioni ai problemi concreti che possono emergere dalla cronicità.
 - Mantenere alta la motivazione alla cura: nel diabete, cosi come in altre patologie, una persona deve compiere numerose azioni per controllare la sua salute e prendersi cura di sè. Può emergere stanchezza e insofferenza. La relazione d'aiuto con lo psicologo,rappresenta per i pazienti, uno spazio dove ricaricarsi e riscoprirsi bravi a gestire tutto.
 
Perchè il coraggio non è avere sempre voglia di andare avanti, ma è andare avanti anche senza averne voglia:)
Se stai attraversando un momento difficile legato ad una malattia cronica prenota il tuo colloquio psicologico conoscitivo.
Ricevo ad olbia e arzachena.
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