Le relazioni con gli altri possono condizionare il nostro comportamento alimentare, possono far scattare la fame emotiva?
La maggior parte delle emozioni che proviamo in una giornata dipendono dai rapporti con gli altri e, quando queste sono spiacevoli, il cibo può diventare il nostro principale "consolatore".
Per esempio dopo una litigata con il compagno, la suocera, il datore di lavoro è possibile trovarsi a mangiare per placare rabbia o frustrazione.
Oppure è possibile sentirci in colpa dopo quella litigata o perchè pensiamo di non aver fatto abbastanza per risolvere quella situazione.
Quante le situazioni "rischio emotivo" che, se non gestite possono essere placate, in automatico con il cibo.
Se non riusciamo a comprendere cosa ci succede in queste situazioni e come correggerle, non c'è dieta che tenga: il cibo sarà pronto a consolarci e dopo ci sentiremo doppiamente in colpa.
Primo perchè abbiamo sgarrato la dieta, secondo perchè ci sentiamo inadeguati rispetto alla relazione.
Per esempio dopo una litigata con il compagno, la suocera, il datore di lavoro è possibile trovarsi a mangiare per placare rabbia o frustrazione.
Oppure è possibile sentirci in colpa dopo quella litigata o perchè pensiamo di non aver fatto abbastanza per risolvere quella situazione.
Quante le situazioni "rischio emotivo" che, se non gestite possono essere placate, in automatico con il cibo.
Se non riusciamo a comprendere cosa ci succede in queste situazioni e come correggerle, non c'è dieta che tenga: il cibo sarà pronto a consolarci e dopo ci sentiremo doppiamente in colpa.
Primo perchè abbiamo sgarrato la dieta, secondo perchè ci sentiamo inadeguati rispetto alla relazione.
Forse non siamo stati in grado di reagire a quella discussione come avremo davvero voluto e quindi ci ritroviamo a rimuginare sul perchè non abbiamo fatto presente che non eravamo d'accordo o forse perchè abbiamo reagito in modo troppo aggressivo.
Nel primo caso forse ci ha bloccato la paura di ferire oppure offendere l'altro, nel secondo caso invece abbiamo sbottato perchè non più in grado di tollerare la rabbia.
Se vi ritrovate in una di queste due modalità forse siete abituati a reagire cosi e non conoscete altri modi di comunicare.
A olbia, come psicologa, mi capita spesso di lavorare con le persone di lavorare per migliorare il modo di comunicare e quindi anche per migliorare lo stile alimentare.
A olbia, come psicologa, mi capita spesso di lavorare con le persone di lavorare per migliorare il modo di comunicare e quindi anche per migliorare lo stile alimentare.
Possiamo imparare a comunicare in maniera più adeguata senza aver paura di ferire l'altro o allontanarlo e senza perdere di vista noi stessi, esprimendo le nostre emozioni invece che mangiare per soffocarle.
Comunicare in maniera assertiva significa, prima di tutto prestare attenzione a quello che vuole dirci l'altro, ponendo delle domande che non vogliono indagare nè accusare.
Per esempio usando il "come mai" invece di "perchè", che contiene già una sottile accusa, cercando di capire le reali intenzioni dell'altro.
Comunicare in maniera assertiva significa esprimere se stessi e le proprie emozioni, comunicando all'altro come stiamo rispetto al suo comportamento " IO mi sono sentita arrabbiata, frustrata, delusa...." In questo modo comunichiamo all'altro le conseguenze del suo comportamento e ci esprimiamo senza paura di essere giudicati!
Ci sentiamo davvero noi stessi e questo fa bene alla nostra autostima e al nostro rapporto con il cibo.
Imparare a comunicare in modo assertivo significa quindi anche imparare delle corrette modalità alimentari, riducendo gli attacchi di FAME EMOTIVA.-))
Se soffri di fame emotiva e non riesci a non riesci a dimagrire chiamami per prenotare un colloquio psicologico conoscitivo.
Esercito a Olbia.