Benessere Psicologico

Tutti noi abbiamo diritto, secondo l'OMS (organizzazione mondiale della sanità) di sentirci a nostro agio nella nostra vita.
Secondo l'OMS per BENESSERE PSICOLOGICO si intende quello stato nel quale la persona riesce a sfruttare tutte le sue potenzialità per rispondere alle esigenze della vita quotidiana e a mantenere delle relazioni piene e soddisfacenti, adattandosi alle difficoltà trovando soluzioni alternative.

venerdì 9 settembre 2016

Noi, gli altri e il cibo!

Le relazioni con gli altri possono condizionare il nostro comportamento alimentare, possono far scattare la fame emotiva? 

La maggior parte delle emozioni che proviamo in una giornata dipendono dai rapporti con gli altri e, quando queste sono spiacevoli, il cibo può diventare il nostro principale "consolatore".
 Per esempio dopo una litigata con il compagno, la suocera, il datore di lavoro è possibile trovarsi a mangiare per placare rabbia o frustrazione.
Oppure è possibile sentirci in colpa dopo quella litigata o perchè pensiamo di non aver fatto abbastanza per risolvere quella situazione.
Quante le situazioni  "rischio emotivo" che, se non gestite possono essere placate, in automatico con il cibo.
 Se non riusciamo a comprendere cosa ci succede in queste situazioni e come correggerle, non c'è dieta che tenga: il cibo sarà pronto a consolarci e dopo ci sentiremo doppiamente in colpa.
Primo perchè abbiamo sgarrato la dieta, secondo perchè ci sentiamo inadeguati rispetto alla relazione.
Forse non siamo stati in grado di reagire a quella discussione come avremo davvero voluto e quindi ci ritroviamo a rimuginare sul perchè non abbiamo fatto presente che non eravamo d'accordo o forse perchè abbiamo reagito in modo troppo aggressivo. 
Nel primo caso forse ci ha bloccato la paura di ferire oppure offendere l'altro, nel secondo caso invece abbiamo sbottato perchè non più in grado di tollerare la rabbia. 
Se vi ritrovate in una di queste due modalità forse siete abituati a reagire cosi e non conoscete altri modi di comunicare.
A olbia, come psicologa, mi capita spesso di lavorare con le persone di lavorare per migliorare il modo di comunicare e quindi anche per migliorare lo stile alimentare.
Possiamo imparare a comunicare in maniera più adeguata senza aver paura di ferire l'altro o allontanarlo e senza perdere di vista noi stessi, esprimendo le nostre emozioni invece che mangiare per soffocarle.
Comunicare in maniera assertiva significa, prima di tutto prestare attenzione a quello che vuole dirci l'altro, ponendo delle domande che non vogliono indagare nè accusare.
Per esempio usando il "come mai" invece di "perchè", che contiene già una sottile accusa, cercando di capire le reali intenzioni dell'altro. 

Comunicare in maniera assertiva significa esprimere se stessi e le proprie emozioni, comunicando all'altro come stiamo rispetto al suo comportamento " IO mi sono sentita arrabbiata, frustrata, delusa...." In questo modo comunichiamo all'altro le conseguenze del suo comportamento e ci esprimiamo senza paura di essere giudicati!
Ci sentiamo davvero noi stessi e questo fa bene alla nostra autostima e al nostro rapporto con il cibo. 
Imparare a comunicare in modo assertivo significa quindi anche imparare delle corrette modalità alimentari, riducendo gli attacchi di FAME EMOTIVA.-))

Se soffri di fame emotiva e non riesci a non riesci a dimagrire chiamami per prenotare un colloquio psicologico conoscitivo.
Esercito a Olbia.

giovedì 8 settembre 2016

come fare a dire di NO!

A chi non è mai capito di non riuscire a dire di NO?
Forse per aver paura di deludere, per non creare problemi, per essere sempre disponibili e voluti bene per questo. O, ancora, noi donne in particolare, siamo  state educate ad aiutare sempre, a prescindere da come stiamo e da come ci sentiamo. A volte non si riesce a dire di no perchè non si crede di meritare il proprio spazio, perchè pensiamo siano sempre più importanti i bisogni degli altri, perchè ci si sente in colpa! Non si riesce a dire di no perchè non si ha fiducia in se stessi e quindi, tanto vale aiutare la figlia con il nipotino, per esempio, invece che fare una bella passeggiata per raggiungere il nostro peso forma.
 Dire di No è un'importante aiuto psicologico per riuscire, anche , a dimagrire. Quando diciamo di no infatti, ci stiamo affermando, stiamo dicendo di SI a noi stessi, stiamo aiutando l'altro a vederci come persone con esigenze da considerare. Quindi è importante imparare a dirlo più spesso se abbiamo degli obiettivi da portare avanti, in primo luogo quello di ascoltarci e capire cosa davvero desideriamo fare. Dire di no è quindi anche un modo per andare contro i condizionamenti sociali e ciò che gli altri si aspettano da noi.
Nel mio lavoro come psicologa, ad olbia, guidare le persone nell'apprendere questa abilità è un grande privilegio e osservare i cambiamenti è un grande successo per la relazione d' aiuto.

  Ma qual'è il modo migliore di dire di NO? 


- Essere chiari e diretti: 
"mi dispiace, non posso"
- Motivare la risposta con circostanze esterne:
"Grazie ma ho già un impegno" "non riesco, sono già impegnato"
- Non rimandare il dire di No: aumentiamo le possibilità di dire di si di nuovo!
- Usare la voce in modo dolce e caldo in modo che possa essere accettata meglio la nostra risposta.

E poi...se proprio ci fa stare in pensiero una determinata situazione: alleniamoci a dire di No, formuliamo la nostra risposta migliore per non rimanere senza parole;-)

Hai difficoltà a dire di no? Prenota un colloquio psicologico conoscitivo!


mercoledì 7 settembre 2016

Piacersi fa bene:-)

Piacersi fa bene:-)

Noi donne, si sa, ci sentiamo spesso insoddisfatte del nostro corpo, spesso vediamo solo i difetti e ciò influenza negativamente ciò che pensiamo di noi stesse, il valore che ci diamo.
La nostra "immagine corporea" e la nostra "autostima", infatti,  sono strettamente collegate.
L'immagine corporea è l'immagine del nostro corpo che ci formiamo nella mente. E' l'immagine di come il nostro corpo ci appare, ed è fortemente influenzata dalle nostre emozioni, ma non solo.
La nostra immagine corporea è formata da percezioni (come ci appaiono forme e dimensioni), da sentimenti (ciò che proviamo pensando al nostro corpo) e da comportamenti (ciò che facciamo, come interagiamo con il corpo, per es. con alimentazione e attività fisica).
Queste tre componenti sono influenzate sia da fattori psicologi personali, come per esempio le esperienze evolutive (soprattutto adolescenziali) ma anche da modelli culturali. Mi viene subito in mente il modello di magrezza e di bellezza irraggiungibile che, spesso, crea nelle donne una forte insoddisfazione corporea, una non accettazione di sè. Emergono sentimenti di inadeguatezza verso il proprio corpo e verso se stesse.
Si soffre perchè non si è come si vorrebbe essere o come gli altri ci vorrebbero.
L'immagine corporea si forma in tenera età ma si evolve, cambia in base all'esperienza che facciamo e in base al valore che ci attribuiamo, quindi alla nostra autostima.

A chi non è mai capitato infatti di sentirsi più bella o attraente subito dopo aver raggiunto un obiettivo importante ed essersi sentita capace??
Abbiamo quindi la possibilità di mantenere un'immagine corporea positiva e impedire che una percezione non corrispondente alla realtà possa metterci in discussione sotto altri punti di vista.
Come scrive Galimberti "“…A nessuno è concessa l'immagine fedele del proprio corpo. La mia vita non può esplorare ciò che si nasconde dietro le mie spalle, e soprattutto non può vedere quel viso che sono e che mi esprime. Anche con lo specchio non raggiungo lo scopo, perché l'immagine riflessa non è sovrapponibile ma simmetrica;....."
Ma come possiamo mantenere un'immagine corporea positiva?

  • sviluppando una relazione positiva: prendersene cura ad esempio, curando alimentazione e attività fisica o inserendo all'interno della giornata dei momenti con cui allentare la fatica;
  • incrementando esperienze piacevoli e divertenti: sentire il corpo dall'interno, attraverso il piacere che ci può fornire 
  • imparare ad avere un dialogo positivo con sè valorizzando punti di forza e essendo clementi con i punti di debolezza, fissando degli obiettivi realistici e orientati al benessere (obiettivi peso ragionevoli, per esempio)
  • mantenere e sviluppare un buon senso critico nei confronti dei mass medie e delle mode: sono tutti condizionamenti che ci allontanano dall'esperienza positiva con il nostro corpo;
Avete presente gli apprezzamenti e gli incoraggiamenti che facciamo ad un'amica quando non si piace?
Impariamo a farlo con noi stesse tutti i giorni:-))

Vuoi migliorare il rapporto con il tuo corpo e apprezzarti di più fisicamente?
Chiamami per un colloquio psicologico conoscitivo.
Esercito a Olbia come psicologa.



Ripartire da settembre!!!
Per me Settembre è stato sempre il mese delle sfide, delle ri-partenze, delle svolte, o, perlomeno ci ho provato;-) Mi impegno tutti i giorni per cercare di vivere di psicologia, ma non è sempre facile e il fantasma della lamentela, dell'insoddisfazione e della sconfitta è sempre nei paraggi!
Ma, mi son detta, voglio dare VALORE alla mia esistenza, voglio provare a lasciare un piccolo segno, voglio poter dire che sono riuscita a lavorare con la psicologia promuovendo davvero salute e benessere:-)
Ambito spesso solo gestito da guru della salute, coach con nessuna competenza psicologia (almeno una laurea non guasterebbe); esperti in benessere psicofisico, tutor e  counselor, che tutto va bene, hanno un diploma di scuola superiore.  Tutti a dare consigli, a indicare la verità, la strada giusta, il segreto dell'eterna giovinezza , forma e bellezza.
Certo, le intenzioni sono buone e gli obiettivi che si intende raggiungere davvero nobili e non è certo la sede per far polemica o emettere sentenze  rispetto a deontologie professionali;-)
Ma, mi viene da pensare, non è che tutti questi consigli, tecniche, trattamenti allontanano un po' le donne da loro stesse, da ciò che sono veramente?
A chi non è mai capitato di provare frustrazione quando si prova a raggiungere un obiettivo con lo stesso metodo usato da un'altra persona (per esempio le diete)?.
Sono strumenti e figure professionali non adeguati a tutti o a tutte. Sono strumenti e metodi standardizzati, che prevedono un ascolto della persona, la quale lo può avvertire come un po' superficiale.
Tutto ciò mi ha fatto pensare ad un momento delicato della vita di una donna: la menopausa.
 Si, perchè per me questa nuova fase della vita è davvero un nuovo inizio. Ci vedo un sacco di potenzialità, di nuovi significati di vita.
La mia sfida di settembre è quella di riuscire a comunicare il meglio possibile proprio questo: promuovere salute e benessere nelle donne che si avvicinano a questa nuova fase della vita. Non solo con corrette informazioni ma con uno spazio di ascolto e di rielaborazione di se stesse.
Non solo sbalzi di umore, vampate di calore, crisi di ansia e nervoso, ma un momento dove fermarsi e dirsi: "ok, sono arrivata fin qua. Prima era importante quello  ma ora è importante dell'altro? Sono importante di nuovo IO ". Vorrei che l'atteggiamento con cui affrontare questo momento sia questo. " la menopausa è qui per ricordarmi che mi sto evolvendo ad una nuova fase della vita".
Vorrei che una donna sviluppasse questa consapevolezza :" bene, non ci sono più gli ormoni a darmi benessere, ora devo farlo da sola:-). Vabbè, dovremo imparare a farlo da soli tutti, uomini e donne, in qualsiasi momento dell'esistenza.
Il cambiamento, in qualsiasi fase della vita, è una ricchezza. Proviamo ad assecondarlo!
A presto:-)