Benessere Psicologico

Tutti noi abbiamo diritto, secondo l'OMS (organizzazione mondiale della sanità) di sentirci a nostro agio nella nostra vita.
Secondo l'OMS per BENESSERE PSICOLOGICO si intende quello stato nel quale la persona riesce a sfruttare tutte le sue potenzialità per rispondere alle esigenze della vita quotidiana e a mantenere delle relazioni piene e soddisfacenti, adattandosi alle difficoltà trovando soluzioni alternative.

martedì 27 ottobre 2015

Ma cosa dobbiamo mangiare?? e la colazione?

Carni rosse Si, carni rosse No? Tante uova, Forse? Zuccheri raffinati: Veleno? Frutta secca: troppo calorica..quindi No?

Insomma, quando inizio un percorso psicologico con delle persone che vogliono perdere peso o che già stanno seguendo una dieta prescritta da un nutrizionista, si parla di questi dubbi e molto altro.

Come psicologa posso semplicemente accompagnare le persone a documentarsi e scegliere le cose giuste per loro, vagliando più alternative. Rappresento un tassello nella loro scalata verso l'obiettivo DIMAGRAMENTO! Gli altri tasselli li metttono da soli, tutti i giorni, facendo delle scelte consapevoli.

Ma quanto è impegnativo! Si, richiede tempo ed energie e molto altro. Tutto ciò che si merita la nostra salute. Fare delle scelte salutari e consapevoli è un modo per prenderci cura di noi stessi.
A volte ci si impegna a fare delle cose che non ci riguardano in maniera diretta o ci allontanano dai nostri obiettivi dal nostro benessere.
E' difficile in questi casi gestire la fame emotiva, un'alimentazione compulsiva che nasce per compensare la mancanza di altre gratificazioni immediate.
E' questo un po' il nucleo dei percorsi psicologici orientati al recupero di una condizione di benessere psicologico e alla perdita di peso: rafforzare la dimensione del piacere e usare meno in cibo in tal senso.

Ma, tornando al cibo. Quanto davvero ci mettiamo in discussione? quanto siamo disposti a cambiare alimenti e variare?
Spesso molte persone sono un po' resistenti a utilizzare cibi diversi dal solito. Cibi "antichi" quelli di cui si cibavano principalmente i nostri anziani. Legumi, cereali integrali, verdura e frutta di stagione, colazioni fatte in casa e ZERO prodotti da forno industriali.
Ci vuole tempo per prepararli, i miei figli non ne mangiano, non mi piacciono, solo più veloci snacks e merendine!!

Qualche settimana fa è stato qui ad Olbia il prof. Franco Berrino, epidemiologo presso l?istituto nazionale dei tumori.. Tanti spunti per la colazione ed ecco minuti quanto ci vuole ad effettuare queste preparazioni:

- cecine: farina di ceci fatta in pastella dalla sera  prima 4'; cottura in padella mattina dopo 5'
- porridge di avena. la mattina stessa : fiocchi d'avena INTEGRALE fatti cuocere con uvetta e pezzetti di mandorle o noci, 3'.
- bisocotti d'avena o segale integrale: ammollo dalla sera prima con succo di mela senza zucchero e uvetta, 3'; in forno la mattina successiva 10'.

E' vero, ad aprire un pacco di biscotti o sbucciare una merendina ci mettiamo pochi secondi ma davvero la nostra SALUTE vale così poco? Davvero crediamo che sia solo una questione di calorie?? Il nostro organismo non può contare calorie tutta la vita! La qualità invece mette il nostro metabolismo nella condizione di lavorare meglio e quindi perdere peso.
Cambiare è possibile! E' una questione di obiettivi che ci diano, di priorità, di accoglienzadei nostri bisogni psicologici, di strategie per gestire il tempo  in maniera più efficace. Se siamo brave a non diventare schiave del tempo siamo capaci di fare tante cose, le cose più importanti per noi!

martedì 29 settembre 2015

Che stress!!! E in più sono pure a dieta!!!

Ci sono momenti nella vita in cui siamo soffocati da problemi, pensieri, troppo lavoro e, come se non bastasse pure pochi soldi. Il nostro corpo e la nostra mente vanno in sovraccarico perchè è davvero eccessiva la mole di cose e situazioni da gestire. Viviamo in uno stato di costante allerta!

MENTE-CORPO ci inviano dei segnali di allarme  per farci capire che ci dobbiamo fermare, anche per pochi minuti al giorno più volte, per prendere tempo e allentare la tensione.
Questi segnali possono essere: disturbi gastrointestinali, tensioni  muscolari, difficoltà a prendere sonno, nervosismo e ansie, FAME EMOTIVA e abbuffate.
Si, lo stress ci predispone a mangiare di più e inoltre è presente più cortisolo nel sangue. Questo ormone favorisce l'accumulo di massa grassa, quindi tendiamo ad ingrassare.

Ingrassiamo! Soluzione: andiamo a farci prescrivere una dieta o, peggio ancora ne seguiamo una di testa nostra.
Risultato: siamo più stressati di prima e è ancora più difficile cadere in tentazione e mangiare di più di quanto la nostra FAME VERA ci richiede.

Seguire una dieta senza prima pensare di più a noi e a come stare meglio non fa altro che sovraccaricarci di più e a viverci la frustrazione di un altro fallimento.
Prima di darci come obiettivo la perdita di peso diamoci un altro, fondamentale obiettivo: PRENDERCI CURA DI NOI STESSI.

Rispettarci, rispettare i nostri tempi, gestire meglio il tempo, comunicare con gli altri in maniera più efficace, imparare a fare attività fisica con piacere e imparare a rilassarsi sono solo alcuni modi per ridurre lo stress e migliorare il nostro rapporto con il cibo.
In questo modo riusciamo ad aderire più facilmente ad uno stile alimentare sano ed equilibrato perchè è diventato uno strumento con il quale ci vogliamo bene e che abbiamo imparato ad adattare alla nostra vita.

Le diete falliscono perchè sono poco attente alle esigenze delle persone e non possono essere seguite per lunghi periodi.

Vi è mai successo, che ne pensate??

venerdì 25 settembre 2015

Stare bene per perdere peso: Approccio Psicologico alla dieta

L’Approccio Psicologico  alla perdita di peso è un approccio a 360° dove la persona può accrescere il proprio Benessere Psicologico, non solo perdere peso. Anzi, la condizione di Benessere Psicologico facilita la perdita di peso e la mantiene a lungo nel tempo. 
  Solo quando stiamo bene riusciamo a darci    delle regole alimentari e a seguire uno stile di vita sano. Significa che siamo diventati bravi a prenderci cura di noi stessi, se non riusciamo a fare questo non c’è nessuna dieta che possa aiutarci.

Cosa si intende per  Benessere Psicologico?
“E’ una condizione di equilibrio fra la persona con le sue necessità e risorse, e l’ambiente in cui vive.
Ciò ci consente di affrontare al meglio le difficoltà della vita.
Questa condizione di equilibrio può essere rafforzata attraverso l’apprendimento di capacità che ci permettono di stare meglio con noi stressi e con gli altri.”

In un percorso Psicologico che ha come obiettivo il recupero del proprio Benessere e la perdita di peso le persone possono imparare a :
-        Fissare meglio i propri obiettivi (di peso e di crescita personale) e mantenere alta la motivazione;
-        Gestire meglio lo stress e le conseguenze a livello fisico e metabolico (quando siamo stressati il nostro metabolismo lavora male, rallenta un po’ e quindi no è semplice perdere peso);
-        Accrescere la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, scoprendo un nuovo modo di affrontare i problemi e le piccole ansie quotidiane.

Dott.ssa Simona Serreri
Ordine Regione Sardegna n ° 1664
Psicologa Esperta in Counseling Psicologico e Gestione del Peso
 Tel. 345 142 5602

Il Diabete è differente!!! L'intervento psicologico nelle persone con diabete

Il Diabete è differente!!! L'intervento psicologico nelle persone con diabete

“ Devo controllare la glicemia: l'ho dimenticato, dovevo accompagnare mio figlio a scuola ed era tardi; Ho mangiato un cioccolatino, mi sento in colpa,ma non sono riuscito a controllarmi; La glicemia continua a salire,non serve l'attività fisica né privarsi dei dolci”
"Ormai sono grande, babbo e mamma non devono più aiutarmi a controllare la glicemia, posso farlo da solo, ma il Sabato sera mangio e bevo quello che mi pare" " Non potrò più fare sport o uscire a mangiare con gli amici" "sarò malato tutta la vita e mi dovrò privare di ogni cosa"..

Questi sono solo alcuni dei pensieri che  accompagno  coloro che soffrono di diabete o che hanno ricevuto da poco una diagnosi. In un primo momento la persona non riesce a mettere in pratica le indicazioni mediche, neppure le sente. 
Occorre un po' di tempo affinchè una persona accetti la patologia cronica e inizi a prendersi cura di sè. Ogni persona è differente e attraverso un percorso di cura differente. 

Vediamo come il supporto e la guida di uno PSICOLOGO può aiutare le persone con diabete a superare frustrazione, sconforto e stress legati alla gestione della malattia.

Il diabete è una patologia cronica molto impegnativa che comporta una modifica delle abitudini di vita: da una migliore gestione dell'alimentazione, ai controlli quotidiani e costanti della glicemia, all'esercizio fisico quotidiano, fondamentale per la stabilizzazione dei valori glicemici.
Spesso però le raccomandazioni dei medici non bastano per controllare meglio la malattia. I pazienti con diabete non riescono a mettere in pratica quello che sanno. Non riescono a farlo “proprio” e renderlo compatibile con il loro quotidiano.
Ognuno di loro vive un diabete differente dall'altro; differenze legate a significati che danno alla malattia, alle emozioni che ne derivano e ai modi di vivere diversi. (Lavoro, famiglia, tempo libero,interessi ecc. ecc. )
E' possibile andare incontro a sentimenti di inadeguatezza e frustrazione, ci si può scoraggiare e abbandonare i tentativi dimettere in pratica le buone abitudini che possono mantenerli in salute.

Le persone con diabete, spesso, hanno difficoltà a prendere le decisioni per la loro salute, fare delle scelte consapevoli, in quanto non si sentono pienamente responsabili della loro patologia.
Molti dei pazienti non si sentono capaci di gestire il LORO DIABETE e questa percezione viene rafforzata dalle continue raccomandazioni esterne (medici, parenti, familiari: devi controllarti, devi fare movimento...DEVI DEVI DEVI..).
Ma quali sono le difficoltà, i dubbi, i condizionamenti che impediscono alle persone con diabete di prendersi cura di se stessi? 
La relazione d'aiuto stretta nel Counseling Psicologico può facilitare la persona con diabete nell'esplorare i significati del SUO DIABETE promuovendo il cambiamento di comportamento e la crescita personale.

La diagnosi di diabete può mettere a dura prova una persona, far nascere molti dubbi e paure. Spesso le persone si vedono costrette a stravolgere i loro ritmi e i loro orari di punto in bianco.


Mail cambiamento non è mai immediato. 
Occorre lavorare gradualmente per ottenerlo, partendo da ciò che è importante per la persona, dalle sue priorità.

I pazienti con diabete devono ridefinire molte cose, ma non riescono a farlo da soli e senza prima aver accolto ed accettato le emozioni connesse a questa nuova situazione di salute.
La relazione di aiuto può facilitare, nelle persone con diabete, l'accettazione della patologia e la percezione positiva di se per poterla gestire e non farsi sopraffare dalle emozioni negative.

Nel Counseling Psicologico, lo psicologo guida la persona con diabete a diventare padrona delle proprie scelte.
Lo guida in una osservazione attenta e non giudicante delle sue esperienze, osservando meglio risorse e opportunità a disposizione per adattarsi alla nuova condizione che il diabete può portare.

Lo Psicologo imposta il lavoro con il paziente con diabete in maniera non direttiva,guidandolo dalla definizione del problema e all'individuazione di soluzioni alternative alle vecchie.

Psicologo e paziente lavorano insieme per IMPARARE A CAMBIARE



Se cerchi una psicologa che ti aiuti a superare le difficoltà e le sfide legate al diabete fissa un primo colloquio conoscitivo.


                                                                                    Dott.ssa Simona Serreri 
                                                                                             3451425602



Sindrome ovaio policistico. La bellezza nel riscoprire la propria Femminilità

Sindrome ovaio policistico

La bellezza nel riscoprire la propria Femminilità

La sindrome dell'ovaio policistico è uno dei disturbi ormonali più comuni presenti nelle donne in età fertile. E' caratterizzata da sintomi di androgenizzazione come acne, ipertricosi, irsutismo e irregolarità mestruali.
Spesso sono presenti cisti ovariche e sovrappeso e obesità con insulino-resistenza. Cioè, l'insulina prodotta non riesce a fare bene il suo lavoro, ossia, tenere sotto controllo lo zucchero nel sangue.
E' una condizione cronica e mette a dura prova le donne, sia per i sintomi fisici che le fanno sentire poco attraenti e desiderabili, sia per il fatto che rappresenta una delle prime cause di infertilità femminile. Una condizione che mette fortemente in discussione il “sentirsi” donna.
La terapia è naturalmente studiata in base alle esigenze e caratteristiche della donna ma in genere ha l'obiettivo di far perdere peso in modo da migliorare l'insulino resistenza e risolvere i sintomi legati all'androgenizzazione.
Perdere peso però non è come prendere una pastiglia. Significa modificare le proprie abitudini di vita, prendersi i propri spazi e i tempi per dedicarsi cure e attenzioni, volersi bene, modificare il proprio comportamento alimentare o far diventare l'attività fisica un momento fondamentale della giornata, piacevole e distensivo.

Prendersi cura del proprio corpo, amarlo e rispettarlo, anche con uno stile di vita sano e attivo, non è sempre così semplice per le donne con PCOS.
Il corpo viene spesso vissuto come un estraneo, come un limite all'espressione della femminilità e delicatezza femminile. Un limite nel poter vivere serenamente le relazioni e soddisfare il bisogno di vicinanza fisica ed emotiva, un limite al sentirsi donne.

Le donne con PCOS, per via dell'irsutismo, ipertricosi, alopecia e sovrappeso, possono provare sentimenti di vergogna verso loro stesse e il loro corpo, verso quelle caratteristiche che i canoni estetici descrivono come poco femminili.
Allo stesso tempo può emergere senso di colpa per la preoccupazione verso questi problemi estetici. Quasi non ci si sente autorizzate a soffrire per cose giudicate come frivolezze.
Negare la sofferenza rende ancora più complicato il seguire le indicazioni terapeutiche, comprese la modifica dello stile di vita con conseguente perdita di peso.
Negare la sofferenza significa non mettesi in ascolto delle emozioni più profonde che invece ci possono guidare nell'essere più amorevoli, attuando dei piccoli cambiamenti quotidiani.
Questi stati emotivi hanno come conseguenza l'allontanarsi dagli altri, nascondersi, privarsi del contatto fisico. Da una parte non piacersi, giudicarsi non attraenti e femminili, dall'altra il forte desiderio di essere amate e toccate ma il disagio per non riuscire ad avvicinarsi agli altri o farli avvicinare.
Ne consegue solitudine e ulteriore sofferenza emotiva. E' possibile che molte donne con PCSO non parlino con le amiche o i cari delle loro difficoltà legate ai problemi fisici ed estetici, al fatto di sentirsi “meno donne” per via della possibile infertilità. Si privano in questo modo di un'importante risorsa legata al sostegno sociale, alla condivisione di problematiche simili, per sentirsi meno sole e per scoprire insieme che la femminilità non è esclusivamente legata all'espressione corporea, alle forme, alla pelle liscia e alla possibilità di diventare mamma.

Ogni donna ha il diritto di scoprire ed esprimere la propria femminilità, mettendo a fuoco i suoi punti di forza e le sue risorse in ogni ambito della vita.
Mi vengono in mente i Diritti Sessuali dell'OMS secondo i quali OGNI DONNA ha diritto ad avere delle esperienze sessuali piacevoli, soddisfacenti e sane. Ha quindi diritto di raggiungere la salute sessuale esprimendosi liberamente senza nessun condizionamento o privazione, nel rispetto della libertà degli altri.

Tutto ciò non significa accettare passivamente le conseguenze, anche estetiche della malattia, ma darsi degli obiettivi di miglioramento e di crescita personale.

L'intervento di Counseling Psicologico può essere utile per migliorare la vita affettiva e relazionale delle donne, a partire dal rapporto con loro stesse e la propria emotività.
La relazione con la Psicologa diventa uno spazio di ascolto e accettazione incondizionata che può guidare le donne nel volersi bene, amarsi e valorizzarsi.
I vissuti emotivi più positivi stimoleranno le donne ad intraprendere più azioni di cura verso loro stesse, dai trattamenti estetici ad una alimentazione più sana ed ipocalorica, migliorando la percezione di stesse e della propria femminilità.


Simona Serreri

Psicologa
Esperta in Comportamento Alimentare e Gestione del Peso


Olbia 

lunedì 18 maggio 2015

Ritornare a Cagliari....

Ho studiato a cagliari ma non l'ho mai vissuta seriamente. Non ne ho mai assaporato identità e tradizioni. Non mi sono mai accorta che aveva un ricco potenziale umano! 
Persone diversissime con esperienze originali, stravaganti, culturalmente ricche e vicine alle proprie radici di sardità! Persone, ma soprattutto DONNE uniche, che hanno scelto di essere loro stesse, mamme, professioniste, anche con qualche kg di troppo ma sempre superfemminili.

A cagliari mi è molto più semplice vedere che ci possono essere altre alternative di vita, distanti da ciò che ci dice di essere la società, dalle tappe che, obbligatoriamente, dobbiamo percorrere per sentirci realizzate.
Altri modi di essere donna.

Prendo spunto da un giorno a cagliari (non ci andavo da un anno) per scrivere questo post.
Ho respirato tanta femminilità, tanta BELLEZZA oltre i classici canoni fisici.

Questa bellezza però l'ho vista solo io, le donne di cui parlo non ne sono più consapevoli ! O meglio, non come prima!
Mi riferiscono al fatto che molte DONNE, si dimenticano di esserlo, non danno più spazio a tutto ciò che le rendeva tali. Si concentrano solo sul fatto di essere mamme.
E che mamme!! Accoglienti, premurose, mai severe ma al tempo stesso autorevoli e capaci di trasmettere valori e interessi positivi senza imporli, ma proponendoli con garbo e delicatezza.

La donna però dov'è?? emerge solo la mamma che DEVE essere sempre presente e disponibile per gli altri! E per lei che fa?

Per troppo tempo non fa quello che la fa star bene, per troppo tempo non si prende cura di se, della sua forma fisica, della sua femminilità che risulta un po' opaca!
Non ha più tempo di nutrire la sua bellissima anima.
E' troppo che non si concede di piacersi ed apprezzarsi veramente. E' troppo che non si concede PIACERE, in tutti i modi che prima conosceva bene.

E' vero, noi donne l'abbiamo nel dna: siamo accoglienti e aperte all'altro per natura! Per essere serene e soddisfatte spesso pensiamo prima al benessere dell'altro, poi al nostro. Prima il figlio, il compagno, le amiche...poi ci siamo noi. Deleghiamo all'altro il nostro benessere e non lo mettiamo nella condizione di essere autonomo per soddisfare i suoi bisogni.
E le nostre esigenze chi le accoglie? Addirittura in alcuni casi ci giudichiamo Perché sentiamo di averle. Sentiamo di avere il bisogno di sentirci più belle, rilassate, con meno carico di lavoro. Sentiamo il bisogno di provare piacere.
Ma siamo così poco abituate a soddisfarlo e a fare esperienze appaganti e arricchenti che non ci fermiamo per poterne fare esperienza e ignoriamo ciò che stiamo sentendo.

Metterci all'ultimo posto però, a lungo andare diventa frustrante e “pericoloso” . Siamo così scariche che emergono disagi fisici, siamo sempre stanche, mal di testa, ma di stomaco, non teniamo più sotto controllo la fame o il peso.
Siamo così scariche che non riusciamo più ad accogliere l'altro, a dargli qualcosa di bello.

Le richieste esterne sono così tante che è impensabile pensare di soddisfarle tutte. Così', come se non bastasse ci sentiamo pure in colpa Perché non siamo brave, non siamo concentrate.


Ho usato il plurale Perché mi ci metto anche io. Anche io, come donna posso provare tutto ciò.

Ma questi meccanismi li riconosco e faccio in modo di rimettermi al centro, di rispettarmi ed accogliere ogni mia esigenza.

E la cosa più bella è quando mi accorgo di essere diventata brava e di riuscire a trasmetterlo pure alle Donne che vengono da me in studio o che incontro nelle consulenze de La Valigia Rossa.
Trasmetto questo valore positivo: prendendoci cura di noi ci prendiamo cura anche degli altri.
Ed è meraviglioso quando le donne che seguo nei percorsi di counseling psicologico  si sentono nuovamente autorizzate ad amarsi, non solo in quanto mamme ma in quanto portatrici di tanti altri pregi e bisogni che è importante soddisfare.

Perdere qualche chilo? Dedicarsi di più all'attività fisica o ad altre attività rilassanti? Dire di no ad amiche troppo pretenziose che ci fanno sentire non adeguate perché non perennemente disponibili?? Godere di più con il proprio uomo o concedersi piacere da sole?? Vivere la sessualità in modo sempre più consapevole?

Tutte azioni collegate ad un unico obiettivo: riappropriarsi della femminilità in tutto e per tutto! Partire con queste piccole azioni per  conciliare maternità e sessualità.
Tutti obiettivi realizzabili e verificabili direttamente.


E allora dico grazie alle Donne che ho incontrato questo fine settimana, ad una in particolare!
Grazie Perché so che riuscirà ad essere orgogliosa di sé non solo perché è mamma ma perché è donna, portatrice di femminilità in tante forme.
 Espressione di sessualità presente e consapevole. Sensazione che provo anche io soprattutto quando indosso le palline vaginali per il mio pavimento pelvico;-) La avverto la mia sessualità e sono fiera di poterla esprimere. 


Grazie Perché mi ha fatto capire quanto importante e utile sia il mio lavoro:-)

Essere felici per dimagrire

Quando inizio un percorso di Counseling Psicologico, chiedo alle persone come si immaginano una volta terminato il percorso. Molto spesso, quando l'obiettivo è dimagrire, la risposta è: “più felice”.
Inizia la danza dove, in particolare le donne, scoprono piacevolmente che possono concedersi di stare bene prima di raggiungere un peso che le soddisfi. Si concedono di essere felici anche prima di dimagrire.
Questo è possibile attuando dei piccoli cambiamenti quotidiani, facendo delle scelte alimentari più consapevoli, vivendo appieno le relazioni, scegliendo quello che ci fa stare meglio, gestendo meglio il tempo e allentando le tensioni frutto di questo difficile periodo storico!
Con questo non voglio assolutamente dire che non ci si debba preoccupare del peso e della propria salute. Curare la propria salute, l'alimentazione e prendersi uno spazio per fare attività fisica, è un modo per prendersi cura di noi.
Agendo in questa direzione ci rispettiamo, soddisfiamo dei bisogni importanti e prendiamo del tempo esclusivamente per noi stessi.
Tempo di qualità, dove ci ricarichiamo e ci facciamo del bene. E questo non è un VERO motivo per essere felici? O ci meritiamo di essere felici solo quando ci “conformiamo” ad un peso forma che ci consente di essere alla moda o ci illude di possedere qualità vincenti.
Felici indipendentemente dal peso ma con l'obiettivo di renderlo sempre più comodo e ragionevole per noi stesse! Quindi si può essere felici DIMAGRENDO!
Non è possibile diventare felici “delegando” ad un fattore esterno (la magrezza) la nostra felicità. Un fattore che ancora non c'è e non è detto sia salutare per noi raggiungerlo.
Il nostro corpo, il nostro peso e la nostra salute dipendono da noi stessi e da quanto ci prendiamo cura di noi, dalle nostre AZIONI! In questo senso si, possiamo essere felici. Felici Perché siamo in grado di cambiare, di essere più coerenti con noi stessi e siamo in grado di farcela, di fare cose solo per noi. Felici prestandoci ascolto, attenzioni, agendo positivamente per noi, FELICI DIMAGRENDO!
Il peso si sposterà in maniera armonica e coerente con il nostro Amore verso noi stessi, quando ci metteremo davvero al centro della nostra vita.
Non accontentiamoci della magrezza e di un obiettivo troppo a lungo termine e magari irrealizzabile, non reale.
Abbiamo  bisogno di stare bene ORA! Obiettivo REALIZZABILE e REALE.


domenica 3 maggio 2015

Un po' di me...

Eccomi, mi chiamo Simona e sono una Psicologa. Lavoro a Olbia e mi occupo di Alimentazione emotiva e gestione del peso, soprattutto in coloro che soffrono di malattie croniche legate all'alimentazione, come il diabete, l'obesità e la celiachia.
Credo fortemente nelle grandi potenzialità delle persone in situazioni di crisi e di difficoltà. In questi momenti si "viene fuori", si trovano risorse per adattarsi alla nuova situazione, ritrovando un sano equilibrio.
Quando questo risulta più complicato in quanto emotivamente troppo coinvolti, lo psicologo può essere un importante strumento per raggiungere il cambiamento desiderato.
Spesso il peso è la punta dell'iceberg di ciò che si vuole cambiare. Le persone si rendono conto che tante altre sono le cose che accettano senza pensare che non  fanno per loro, che passano il loro tempo a fare cose per gli altri e niente per se stessi, raggiungono la consapevolezza che hanno il diritto di scegliere ciò che è più comodo, salutare e piacevole per loro.
Si aprono quindi storie di vita, si osservano e si iniziano a pianificare piccoli e strategici cambiamenti.
Il peso in calo è la conseguenza positiva di tutti questi cambiamenti, dove la persona torna ad essere protagonista della sua vita, nonostante le difficoltà, lo stress e i problemi connessi a questo difficile momento storico.
Fare la psicologa  mi ha permesso di crescere anche come Donna. Ancora mi suona strano definirmi così però lo sono. Una donna che continua a credere in quello che fa, che ci mette impegno e passione tutti i giorni, che crede che il suo agire professionale possa contribuire ad ottenere anche un microcambiamento nella società. Una donna che lavora soprattutto con le donne e per le donne, che alimenta speranza e coraggio tutti i giorni, che impara ad essere sempre più centrata su se stessa.
proprio perchè ho a che fare soprattutto con donne ho deciso di approfondire il discorso sulla sessualità e sul benessere sessuale: dimensione fondamentale per la vita di tutti. Senza un'espressione sana della nostra sessualità, senza la possibilità di goderne appieno senza giudizio e consapevolmente, non staremo benissimo, anzi.
Una dimensione così importante doveva essere parte della mia pratica professionale, ma in maniera giocosa, positiva, che mi permettesse di creare uno scambio comunicativo e di informazioni con le Donne della mia città e dintorni.
Così, di pancia ho deciso di diventare consulente de La Valigia Rossa. Ci ho provato e ci sono riuscita. E ora mi chiamano le donne per delle consulenze di gruppo, a casa loro. Dove ci si confronta e si mettono in discussione i tabù culturali che condizionano la nostra sessualità. E ogni riunione è una scoperta, uno stimolo per migliorare ancora di più, per sapere ancora di più.

Nasce così questo blog, per unire i miei due bellissimi volti professionali, in uno unico...

A presto...

Simona